Saturday, July 04, 2009

Artigiani vs Imprenditori ? riflessioni sull'acqua calda.

In un precedente post ho affrontato la dicotomia "Artista Artigiano", l'eterno dibattere su cosa e' l'arte ce lo siamo risparmiati, e l'appellativo di artista si concede un po' a chiunque, come, in fase di manovra, il "venghi dotto' " che ci urla il parcheggiatore.
Ci siamo riconosciuti artigiani. E imprenditori?
La lavorazione delle vetrate artistiche e' inserita nell'elenco dei mestieri tradizionali ed artistici
(dpr 8 giugno 1964 n.537) all'interno delle fattispecie "impresa artigiana".
In parole semplici, non che quelle di prima fossero complesse, chi fa vetrate e' un artigiano, chi e' artigiano e' un imprenditore artigiano.
La differenza con l'imprenditore puro e' "la prevalenza del proprio lavoro, anche manuale, sull'eventuale capitale. L'imprenditore artigiano puo' avere coadiuvanti, collaboratori e dipendenti in misura, nel caso delle lavorazioni artistiche, NON superiore a 18.
La ratio e' che se ne ha troppi non puo' indirizzare, verificare, valutare ed eventualmente correggere il lavoro dei collaboratori. Questo ha un senso: l'imprenditore artigiano rimane comunque l'elemento primario della produzione di beni e servizi dell'azienda e non potrebbe essere altrimenti. La figura dell'imprenditore artigiano e' in continua evoluzione proprio dal lato "imprenditore". Non e' piu' solo "geppetto", il mercato e le tecnologie lo portano a sviluppare metodologie nuove da offrire a committenze sempre piu' esigenti, specialmente se
si decide di investire in qualita'. Geppetto e Mastro Ciliegia fanno parte di un passato che non tornera' e, per molti aspetti, meno male. Lo strumento internet ha riazzerato molte posizioni di
preminenza. L'avviamento, ricchezza dell'impresa degli anni passati, pur mantenendo importanza rispetto alla clientela acquisibile con mezzi "tradizionali", diventa via via meno determinante nel momento in cui la ricerca la si fa in rete.
La rete diventa quindi un mercato con regole nuove, nuove e piu' ampie possibilita': e' la globalizzazione. Se ne parla in astratto, ma e' "anche " questo, vendere e comprare con un click ovunque. La vetrina internet diventa, spesso, l'unico contatto con il cliente, ecco perche' la "comunicazione" interattiva e' determinante.
La partecipazione al nuovo "mercato globale" comporta nuovi problemi: tra questi la tutela del diritto d'autore.
Il problema non e' di poco conto visto che la titolarieta' di tale diritto non e' sempre di facile individuazione per l'utente finale, peraltro la tutela giuridica ha tempi e modi che male si adattano alla "frenetica" vita della rete. Ne sanno qualcosa gli autori di musiche e video clips e di tutte le produzioni "digitali" quindi riproducibili senza deficit di qualita'. In questo caso il problema non riguarda la sola attribuzione della paternita' ma lo sfruttamento economico del bene. Ci si puo' difendere con i divieti oppure...cavalcare l'onda e vedere dove ci porta.
E la microimpresa ha piu' possibilita' di adeguarsi e di guidare il cambiamento. Fenomeni come youtube o i social network, nascono da un'idea ed offrono un servizio sempre assolutamente(ed apparentemente) gratuito. E' la magia della rete: piu' regali piu' guadagni.
Cosa puo' regalare un imprenditore artigiano e riceverne un tornaconto?
Informazioni, mestiere, consigli, esperienze.
Insomma la piccola bottega artigiana si proietta nella sfida della globalizzazione senza, ovviamente, aiuti o sconti. Lo fa per sopravvivere e per sano spirito di iniziativa individuale, lo fa senza rete e senza sovvenzioni, lo fa senza aiuti e malgrado gli ostacoli e i lacciuoli. Ogni mattina.






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